Valencia, l’ultimo valzer in MotoGP per il team di Lifenet Healthcare

Siamo stati i primi, grazie al progetto concepito a Valencia nel 2022 dal dottor Bedin e condiviso con Mariacarlotta Rinaldini Bedin e me dopo il Gran Premio, a offrire un servizio di assistenza sanitaria di alto livello a un team della Moto GP. Un progetto ambizioso, riservato non solo ai piloti Aprilia Racing ma a tutte le persone che gravitano attorno alla moto, una sessantina in tutto tra ingegneri, meccanici e tecnici, senza dimenticare il personale in sede, per le quali abbiamo dato un servizio di reperibilità e di consulenza in remoto 24/7 per 365 giorni all’anno: non è poco!

È stato un viaggio molto più complesso di quanto potessimo pensare per la logistica, le distanze e l’ambiente sconosciuto; personalmente anche complicato, soprattutto per quanto riguarda il mantenimento dei rapporti con le strutture sanitarie di mia competenza. Nonostante la mia lontananza dal luogo di lavoro, è stato un anno importante che ha portato risultati significativi per i centri torinesi CeMeDI e Chiros e per Eyecare Clinic a Milano e Brescia: di questo devo ringraziare tutte le persone, che si sono prese cura di tutti gli aspetti gestionali, accrescendo ulteriormente il loro livello professionale con un impegno più che lodevole. Per me questa era la prima scommessa vinta, anche se ero sicuro che il loro aiuto e la loro professionalità sarebbero stati fondamentali per seguire adeguatamente un progetto che ci ha portato negli Stati Uniti, in America del sud, in varie parti d’Europa, in Asia e in Australia.

Un ringraziamento va al team dei fisioterapisti che è partito con me: Fabio Careddu, Daniele Versolatti, Alessio Marocco e Luca Calandri. Sono stati proattivi, professionalmente preparati, pazienti anche quando erano chiamati a gestire situazioni complicate e legate più che altro alla situazione ambientale che a quella clinica, ma proprio per questo ancora più preziosi nella mission che ci eravamo prefissi.

Nel corso dell’anno sono stati circa 200 i consulti forniti e abbiamo sempre dato riscontro in pochi minuti alle persone e, lo dico con orgoglio, abbiamo sempre risolto a tutti loro il problema. E, per fortuna, non abbiamo mai avuto contagi nelle trasferte asiatiche e in India, dove era alto il pericolo di forme endemiche. Vi garantisco che non è stato semplice, ma questo fa parte delle sfide che Lifenet è in grado di raccogliere. La soddisfazione più grande è stata che giornalisti, membri di altri team, e persino qualche pilota abbiano fatto riferimento a noi per un consiglio o per una necessità: essere medico vuol dire porsi al servizio di tutti, ma è molto difficile essere un bravo medico per tutti.

“E ora?” direte voi: progetti di questo tipo hanno impatti importanti a livello aziendale, ma entrambe le parti, Lifenet Healthcare e Aprilia Racing, stanno già pensando al prossimo anno. Noi siamo già pronti… Anche a raccontare un nuovo viaggio…nel mondo della MotoGP!

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